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📊 Stando al report della società d’analisi Canalys, il mercato europeo non vede particolari sconvolgimenti in termini di numeri - 45,2 milioni di unità vendute nel Q2 2019, +3,9 milioni rispetto al Q2 2018 - ma conosce un rivolgimento nei rapporti di forza tra produttori. Samsung infatti riconquista il podio approfittando della debolezza di Huawei, guadagnandosi il 40,6% delle vendite (la quota più alta da cinque anni a questa parte) pari a 18,3 milioni di smartphone (+20%). Al secondo posto rimane Huawei, le cui spedizioni sono comunque calate a 8,3 milioni di unità (-16%), e al terzo c’è Apple, che comunque subisce anche lei diminuzioni del -16%, fermandosi a 6,4 milioni di iPhone. Seguono Xiaomi (4,3 milioni, +44%) e HDM Global (1,2 milioni, +12%).

🇮🇹 Dopo le statistiche in merito ai livelli di diffusione dei principali operatori in Italia, grazie all’AGCOM scopriamo anche le dimensioni del fenomeno delle richieste di portabilità, ossia di passaggio da un operatore ad un altro, che in Italia conosce nel Q1 2019 un calo del -7,1%, attestandosi a quota 4 milioni. Wind Tre subisce 1,7 milioni di richieste, seguita da Vodafone con 726.000 e TIM con 317.000, mentre gli altri operatori conoscono un bilancio positivo tra clienti persi e clienti guadagnati. Dall’inizio dello studio del fenomeno, 134 milioni di utenti hanno cambiato operatore: Wind ha subito maggiori perdite (32,3%), a seguire Vodafone con 28,9% mentre TIM pareggia la bilancia delle uscite e delle entrate; Iliad guadagna invece il 14,6% delle perdite degli altri operatori.

🚚 La forte competizione nel mondo delle app di consegna di alimenti fa la sua seconda vittima: dopo che la startup Delivery Hero aveva ceduto il suo business tedesco al concorrente Takeaway.com per un miliardo di dollari alla fine del 2018, anche Deliveroo abbandona la Germania, ammettendo di non avere piani per farvi rientro.

Tag: #Smartphone, #Samsung, #Huawei, #Apple, #Statistiche, #UE, #Italia, #Operatori, #Vodafone, #TIM, #WindTre, #Iliad, #Germania, #Deliveroo.

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🇨🇳 Per quanto Oppo non sia sulla lista del ban redatta dal governo americano, pare che l’azienda - parte della stessa proprietà che detiene anche il marchio OnePlus - avrebbe avviato una campagna di finanziamento per lo sviluppo di servizi per ColorOS, l’interfaccia utente proprietaria della casa cinese che conta 320 milioni di utenti attivi al mese e 120mila sviluppatori affiliati. Per quanto aperta a tutto il mondo, pare che gli sforzi di OPPO per questa campagna (ed i 140 milioni di dollari dedicati) si concentreranno soprattutto in India, Paese dove d’altra parte anche Huawei sta elargendo contributi per l’espansione dei suoi Huawei Mobile Services. Il produttore cinese sarebbe già in contatto con gli sviluppatori di 150 tra le più scaricate app in India per convincerli a raggiungere il proprio store proprietario, App Gallery, con finanziamenti sino a 17.000$.

YouTube incoraggia davvero l’estremismo online? In passato abbiamo letto come il sistema di raccomandazioni dei video sia stato accusato di promuovere la radicalizzazione dei soggetti che navigano all’interno della piattaforma; due ricercatori hanno tuttavia pubblicato uno studio che respinge questa ricostruzione. Nella loro analisi è stato notato che gli algoritmi di YouTube rimuovono quasi tutti i video relativi ad argomenti particolarmente controversi o prodotti da youtuber noti per i loro contenuti polemici; se si volesse accusare YouTube di qualcosa, si potrebbe dire che è addirittura "troppo sicuro", promuovendo solamente video appartenenti a canali o media tradizionali o di grandi dimensioni, lasciando più o meno nell'oscurità quelli più piccoli. A livello politico, è stato notato che gli argomenti maggiormente promossi sono riconducibili ad una sfera centrista e di centro-sinistra.

👨🏻‍⚖️ Amazon è nei guai nel Regno Unito: la Competition & Markets Authority (CMA) inglese ha avviato una procedura d'indagine contro la recente acquisizione da parte del colosso americano di un 16% dell'azienda di food delivery Deliveroo; so teme infatti che Amazon punti ad acquistare l'azienda, danneggiando la competizione.

Tag: #Oppo, #Huawei, #Google, #Android, #India, #YouTube, #Deliveroo, #Amazon, #UK.

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⚠️ Attraverso un comunicato stampa accompagnato da alcune FAQ che rispondono in parte alle perplessità degli utenti, ho. Mobile ha confermato che effettivamente “alcuni dati di parte della base clienti” sono stati sottratti da parte di un attacco informatico che, spiega la società, “si sono intensificati e accelerati durante la pandemia.” ho. Mobile rassicura che “solamentedati anagrafici e personali (come nome, cognome, numero di telefono, codice fiscale, email, data e luogo di nascita, nazionalità e indirizzo) e non bancari o relativi all’attività web sono stati diffusi. Gli utenti coinvolti dall’hack saranno contattati dall’operatore, il quale ha reso gratuita la possibilità di sostituire la SIM (recandosi in negozio) e/o cambiare numero di telefono, telefonando al servizio clienti e citando la motivazione “chiamate insistenti e di disturbo”.

Un gruppo di lavoratori della compagnia di Mountain View ha deciso di unirsi in sindacato: nonostante le adesioni (226) siano state esigue a fronte del numero complessivo di lavoratori dipendenti di Google (oltre 100mila), la notizia ha suscitato molto clamore negli Stati Uniti poiché i sindacati nel mondo della tecnologia e dei dipendenti delle multinazionali del digitale sono molto rari. Definito “Alphabet Workers Union”, e aperto a ogni dipendente non solo di Google ma di ogni società all’interno di Alphabet, non mira a nuove pretese contrattuali quanto piuttosto a “difendere” il motto originale della compagnia, “Don’t be evil” (”Non essere cattivo”) e i diritti dei lavoratori. Google non si è opposta alla notizia, ma in una nota ha confermato di preferire un approccio diretto ai propri dipendenti, senza intermediari.

👨🏻‍⚖️ Il Tribunale di Bologna ha condannato l’app di consegne a domicilio Deliveroo al risarcimento per 50.000€ di ogni rider che aveva presentato ricorso contro l’algoritmo utilizzato per regolare la compensazione a consegna; chiamato “Frank”, era accusato di non tenere conto delle motivazioni che portavano alla rinuncia della presa a carico di una consegna, fatto che causava un declassamento e una riduzione dei compensi. Deliveroo si è difesa sostenendo che “Franknon è più in uso da tempo.

Tag: #hoMobile, #Vodafone, #Operatori, #Hack, #Alphabet, #Google, #Sindacato, #Deliveroo.

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