🐦 Twitter ha infatti rivelato alcune nuove funzionalità che saranno introdotte prossimamente sulla piattaforma. La più significativa è sicuramente il cosiddetto “Super Follow”, ossia un piano a pagamento che i creatori di contenuti potranno proporre ai propri follower in cambio di alcuni bonus - come tweet esclusivi, newsletter e... gruppi tematici. Avete letto bene: la seconda grande novità di Twitter è l'introduzione dei gruppi (di cui potete vedere un’anteprima grafica nelle immagini di sopra). Si tratterà di stanze virtuali all’interno delle quali le persone potranno pubblicare contenuti su temi specifici, creando comunità di appassionati online - in maniera del tutto simile ai gruppi Facebook. Infine, pare che verrà introdotta una modalità “Non disturbare” che nasconderà automaticamente i tweet di risposta contenenti insulti, parolacce e oscenità.
😴 Tutte le applicazioni che monitorano i cicli del sonno fanno schifo? Non è colpa loro: a causa delle limitazioni loro imposte da Android, ogni app deve affidarsi ad algoritmi proprietari per analizzare i feedback forniti dai sensori dello smartphone, attraverso i quali “intuire” le abitudini notturne dei loro utenti. Ma questo era il passato: Google ha infatti ascoltato le lamentele degli sviluppatori decidendo di introdurre le Sleep API. Si tratta di strumenti per programmatori che risolvono gran parte dei problemi finora riscontrati dalle app che monitorano i cicli del sonno, le quali non solo avranno accesso a dati più raffinati e precisi, ma avranno un impatto di gran lunga inferiore sulla batteria, non dovendo più rimanere attive in background per tutta la durata del monitoraggio.
🇮🇹 Anche la Rai punta sui podcast: alla fine di maggio-inizio giugno l’app Rai Play Radio diventerà Rai Play Sound, e si focalizzerà non solo sull’esperienza radiofonica (sarà possibile ascoltare i 12 canali Radio Rai) ma anche su contenuti più vicini ai podcast, ultimamente di grande popolarità.
Tag: #Twitter, #SuperFollower, #SleepAPI, #Rai, #RaiPlay.
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😴 Tutte le applicazioni che monitorano i cicli del sonno fanno schifo? Non è colpa loro: a causa delle limitazioni loro imposte da Android, ogni app deve affidarsi ad algoritmi proprietari per analizzare i feedback forniti dai sensori dello smartphone, attraverso i quali “intuire” le abitudini notturne dei loro utenti. Ma questo era il passato: Google ha infatti ascoltato le lamentele degli sviluppatori decidendo di introdurre le Sleep API. Si tratta di strumenti per programmatori che risolvono gran parte dei problemi finora riscontrati dalle app che monitorano i cicli del sonno, le quali non solo avranno accesso a dati più raffinati e precisi, ma avranno un impatto di gran lunga inferiore sulla batteria, non dovendo più rimanere attive in background per tutta la durata del monitoraggio.
🇮🇹 Anche la Rai punta sui podcast: alla fine di maggio-inizio giugno l’app Rai Play Radio diventerà Rai Play Sound, e si focalizzerà non solo sull’esperienza radiofonica (sarà possibile ascoltare i 12 canali Radio Rai) ma anche su contenuti più vicini ai podcast, ultimamente di grande popolarità.
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