Noi lo sappiamo già: Facebook adora le informazioni che gli utenti, altrettanto contenti, decidono di concedergli. Ma lo scandalo di Cambridge Analytica ha risvegliato le coscienze e in molti casi ha portato alla cancellazione di massa dei profili da parte di centinaia di migliaia di utenti, con il supporto del co-fondatore di WhatsApp. Ma siamo certi che sia la giusta strategia?
"Cancellare il profilo Facebook non è un’ammissione di responsabilità, è una fuga in avanti verso nuovi lidi. Maturare una nuova coscienza dei propri diritti digitali, privacy compresa, significa rimanere all’interno del social network, pretendere maggiori diritti senza sbattere le porte, rompere piatti e spaccare finestre."
Il Direttore @guglielmocrotti nel Tecnologio della tarda domenica.
👁 Facebook e Cambridge Analytica: la rivolta degli ingenui del #deletefacebook - Tecnologio
"Cancellare il profilo Facebook non è un’ammissione di responsabilità, è una fuga in avanti verso nuovi lidi. Maturare una nuova coscienza dei propri diritti digitali, privacy compresa, significa rimanere all’interno del social network, pretendere maggiori diritti senza sbattere le porte, rompere piatti e spaccare finestre."
Il Direttore @guglielmocrotti nel Tecnologio della tarda domenica.
👁 Facebook e Cambridge Analytica: la rivolta degli ingenui del #deletefacebook - Tecnologio
👋 Jan Koum, co-fondatore di WhatsApp, ha annunciato le proprie dimissioni dal consiglio di amministrazione di Facebook. Nonostante Koum non abbia espresso pubblicamente alcuna giustificazione alla propria scelta, alcuni insider indicano nella crescente insoddisfazione da parte di Koum nei confronti delle politiche di elaborazione dei dati da parte di Facebook la vera ragione delle dimissioni. Solo qualche settimana fa l'altro co-fondatore di WhatsApp Brian Acton, dal 2017 non più top manager di Facebook, si era schierato a favore della campagna #deletefacebook.
🇪🇺 Nuove frizioni tra Facebook, Google e l'Unione Europea in merito al regolamento europeo sulla privacy (GDPR): Giovanni Buttarelli, supervisore dell'authority riferita alla privacy e controllo dei dati, ha criticato le due società in merito ai tentativi avviati per "aggirare" il regolamento, che si sommano sia alle critiche avanzate da più di 4.000 publisher di tutto il mondo contro Google, sia ai tentativi di Facebook di bloccare un procedimento in corso in Irlanda che potrebbe impedire il trasferimento di dati di cittadini europei negli USA.
👀 Nel frattempo Facebook dovrà anche affrontare il piccolo scandalo interno di un impiegato accusato di aver utilizzato i propri privilegi per compiere azioni di stalking nei confronti di alcuni utenti donne.
Tag: #WhatsApp, #Facebook, #Privacy, #GDPR, #EU, #Google.
💬 Come scrivo un commento?
🇪🇺 Nuove frizioni tra Facebook, Google e l'Unione Europea in merito al regolamento europeo sulla privacy (GDPR): Giovanni Buttarelli, supervisore dell'authority riferita alla privacy e controllo dei dati, ha criticato le due società in merito ai tentativi avviati per "aggirare" il regolamento, che si sommano sia alle critiche avanzate da più di 4.000 publisher di tutto il mondo contro Google, sia ai tentativi di Facebook di bloccare un procedimento in corso in Irlanda che potrebbe impedire il trasferimento di dati di cittadini europei negli USA.
👀 Nel frattempo Facebook dovrà anche affrontare il piccolo scandalo interno di un impiegato accusato di aver utilizzato i propri privilegi per compiere azioni di stalking nei confronti di alcuni utenti donne.
Tag: #WhatsApp, #Facebook, #Privacy, #GDPR, #EU, #Google.
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📈 Lo scandalo di Cambridge Anlytica sembrerebbe infatti non aver avuto alcun impatto sulla popolarità reale del social network di Mark Zuckerberg, dopotutto: stando a una ricerca effettuata dal laboratorio ComScore, il tempo medio speso dagli utenti statunitensi su Facebook - sia in una prospettiva anno-per-anno che mese-per-mese - sarebbe rimasto in costante aumento, persino nei periodi di massima concentrazione dello slogan #deleteFacebook, con una crescita del 7% rispetto al 2017.
📉 Ma non si può dire lo stesso della popolarità di Facebook presso i publisher: secondo il vicepresidente di Fast Company, società leader nel settore del business media, YouTube rimarrebbe una piattaforma più solida e conveniente sulla quale investire rispetto a Facebook. I cambiamenti adottati dal social network, come la riduzione della portata delle pagine o il tentativo di relegarle in una schermata secondaria dell'app, hanno suscitato forti perplessità e sospetti sulla mancanza di una reale strategia da parte di Facebook, contrariamente a YouTube del quale sono state apprezzate le politiche aggressive e coraggiose sul monitoraggio dei contenuti.
😈 Cambiamento curioso, e un po' preoccupante, in casa Google: la società di Mountain View ha eliminato dal proprio codice di condotta lo storico motto "Don't be evil" da qualsiasi riferimento, escluso per la chiusura finale del documento.
Tag: #Facebook, #CambridgeAnalytica, #YouTube, #Google, #DontBeEvil.
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📉 Ma non si può dire lo stesso della popolarità di Facebook presso i publisher: secondo il vicepresidente di Fast Company, società leader nel settore del business media, YouTube rimarrebbe una piattaforma più solida e conveniente sulla quale investire rispetto a Facebook. I cambiamenti adottati dal social network, come la riduzione della portata delle pagine o il tentativo di relegarle in una schermata secondaria dell'app, hanno suscitato forti perplessità e sospetti sulla mancanza di una reale strategia da parte di Facebook, contrariamente a YouTube del quale sono state apprezzate le politiche aggressive e coraggiose sul monitoraggio dei contenuti.
😈 Cambiamento curioso, e un po' preoccupante, in casa Google: la società di Mountain View ha eliminato dal proprio codice di condotta lo storico motto "Don't be evil" da qualsiasi riferimento, escluso per la chiusura finale del documento.
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