Avvocato Vercellotti | Avvocato del Digitale | Legal for Digital
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Unico Avvocato del Digitale®️ d’Italia

In questo canale troverai aggiornamenti legali relativi al mondo del Digitale come Gdpr, Copyright, Contest, Digital Contracts e gestione legale della Brand Reputation

Per una consulenza: studio@legalfordigital.it
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🛋 MULTA DA 1 MILIONE PER POLTRONE E SOFA

Tag: #legaltech

Ti ricordi i doppi saldi? La supervalutazione del tuo divano usato? Le % iperboliche di sconti di Poltrone e Sofa?

Il Tar del Lazio ha confermato la sanzione da 1 milione di euro comminata dall’Agcm per pubblicità ingannevole.

Online si legge di tutto su questa multa ma nel video ti racconto cosa spesso chiedono le aziende e come una multa da 1 milione potrebbe essere un ottimo affare per l’azienda che la subisce.

È tutta questione di strategia aziendale e punti di vista! Ma niente spoiler, guarda il video

Fatemi sapere se vuoi sapere di più sulla pubblicità ingannevole e su come certi messaggi promozionali siano ingannevoli anche con Case Study specifici. Tappa due volte su questo contenuto e a 50 👍 ti preparo un contenuto bomba!!!

P.s.: sorry per la qualità del video ma c’è stato un problema della conversione 🤗
🎯MERCOLEDÌ PROSSIMO SARÀ NATALE

Tag:
#legaltech

Ogni giorno arrivano a me o a Legal for Digital su Linkedin, Fb e IG richieste di ogni tipo.

In questi casi si possono fare solo 2 cose:

1. Si può fare una consulenza (scelta da me più gradita)

2. Partecipare alle live di mercoledì prossimo di Legal for Digital Academy dove risponderò a tutte la vostre domande (legali)

📌Nel secondo caso si possono fare solo 2 cose:

1 -Essere uno dei quasi 200 iscritti alla prima Academy legali per professionisti del web (non avvocati e co)

2- Essere iscritti alla newsletter di Legal for Digital e ricevere l’accesso gratuito al Q&A di mercoledì prossimo

📌Nel secondo caso si possono fare solo 2 cose:

1) Essere già iscritto alla nostra newsletter con quale ricevere guide, check list legali, contenuti esclusivi e l’accesso gratuito formazioni a pagamento

2) Andare a iscriversi alla newsletter prima che sia troppo tardi (link qui sotto)

Questo è quanto, ora lo sai e ora soprattutto sai cosa ti perdi a non essere uno delle migliaia di iscritti alla newsletter di Legal For Digital ;)
BILANCIO DEL PRIMO SEMESTRE 2022

Tag: #legaltech

Penso che fare periodicamente il punto della situazione aziendale sia l’unico modo per capire come veramente stanno andando le cose.

Tutto questo è molto logico per non dire banale, ma quanti di noi lo fanno davvero e con costanza?

Mi riferisco in concreto a:
- Andamento fatturato
- Tipologia di prodotti venduti
- Tipologia di clienti
- Canale di acquisizione dei clienti
- % di conversione
- Rapporto costo/conversione per canale di acquisizione
- Impatto dei nuovi progetti
- … (lunga lista)

Tutto questo va poi confrontato con i dati di periodo dell’anno precedente.

Ebbene devo che sono abbastanza soddisfatto!

Legal for Digital è in crescita costante su tutto, non come vorrei (su certi servizi) ma io sono sempre quello del bicchiere mezzo vuoto

Comunque alcuni dei dati alla mano:
- 109 adeguamenti privacy siti web/ecommerce
- 56 marchi tra Italia/UE/internazionali
- 94 contratti di digital marketing
- 47 ecommerce/marketplace
- 39 gestioni di controversie stragiudiziali

Siamo delle piccole macchine da guerra, pensando che per ora siamo in 4 legali e ogni attività è personalizzata, certo che il processo lavorativo iper organizzato ci aiuta a performare bene e ridurre al minimo le ore uomo non investite in consulenza, redazione documentale e studio.

Per quanto riguarda le percentuali rispetto ai dati dello stesso periodo 2021, passiamo da un +34% dei marchi al +92% per gli adeguamenti privacy. Bene ma possiamo fare molto di più.

Senza troppi filtri, questo è quello che sento che mi manchi:
- un/una giovane legale con la fame e la voglia di crescere tanto (abbiamo fatto 4 tentativi in questi 6 mesi ma ahimè forse sono troppo esigente)
- finire il grande progetto 2022 che vedrà la luce a fine anno (questo è davvero grosso e ci lavoriamo da inizio anno, sarà il vero completamento di Legal for Digital)
- lanciare i 4 nuovi servizi in esclusiva per agenzie e freelance
- un po’ di ferie… si ma anche no, nel senso che quando il lavoro è una passione, alla fine ti piace proprio e fai fatica a staccare

E quindi?

Un grande grazie per gli oltre 300 (430 in tutto il 2021) che ci hanno scelto/confermato in questo 2022!

Il sogno è la scintilla, ma la benzina sono la costanza e determinazione.

Questo è un canale di formazione legale sul digitale ma oggi ci tenevo a condividere qualche riflessione un po’ più imprenditoriale e personale, sperando che sia utile agli altri imprenditori “in erba” come me. Proprio 12 mesi fa oggi aprivo la mia prima società.
🎯LA RIFATTURAZIONE AL CLIENTE

Tag:
#legaltech

Quanto ne sai di advertising su Facebook?

Le policy della piattaforma prevedono la necessità che l’advertiser o l’agenzia di comunicazione, siano inseriti come partner sul business manager del cliente.

🔺 Evitiamo di analizzare tutte le problematiche legate alla:
- mancanza di un business manager da parte del cliente
- mancanza degli accessi
- problematiche legate all’uso dell’advertising da agenzie o freelance poco corretti o poco preparati.

Oggi ci occupiamo di rifatturazione. Ovvero il momento in cui, in modo organizzato e con una strategia alle spalle, l’agenzia decide di rifatturare le campagne di advertising al cliente.

🤔Perché potrebbe succedere questo?

Sostanzialmente per due motivi:

1️⃣ Economico: quando l’agenzia si occupa di rifatturare al cliente l’advertising, normalmente viene chiesta una percentuale per le somme investite. Per esperienza posso dirti che, solitamente, la percentuale richiesta varia dal 5% al 15%, raggiungendo al massimo il 20%. Questo meccanismo, infatti, può essere un'ulteriore fonte di guadagno per l’agenzia marketing.

2️⃣Pratico: capita spesso che i tempi per autorizzare le attività si dilatano nel tempo per le aziende, specialmente se si tratta di una sede italiana con holding estera. Per cui è l’agenzia che procede alle attività di advertising, pagando direttamente la piattaforma.

In questo caso non c’è alcun problema legale, al di là delle indicazioni delle policy della piattaforma.

⚠️Ma possono esserci altri problemi. Infatti, se il cliente non vuole pagare alcune fatture, non solo avrai un mancato guadagno, ma avrai una perdita vera e propria. Questo perché le somme investite in advertising sono già state pagate dall’agenzia.

E quindi?

Non c’è una soluzione legale. Però all’interno del tuo contratto puoi definire nel dettaglio la rifatturazione con eventuali percentuali, valutando a livello strategico se ti conviene questo tipo di attività.

Questo è uno dei contenuti usciti in academy qualche settimana fa.

In academy vogliamo aiutarti a gestire al meglio il tuo business, fornendoti input sempre nuovi e rispondendo a tutti i tuoi dubbi.

Vuoi fare un salto di qualità?

Candidati e consolida le tue competenze!
🎯DOMANI È NATALE!

Tag:
#legaltech

In quasi 200 già lo sanno e tu?

Infatti venerdì scorso abbiamo deciso di aprire a tutti gli iscritti alla newsletter di Legal for Digital il Q&A periodico che facciamo in Legal for Digital Academy.

Perché?

Semplice, domani per me è il Natale estivo.

Se grandi aziende hanno deciso che esiste un Black Friday a luglio, perché non un Natale…

C’è poco da aggiungere…

➡️Quasi in 200 si sono aggiunti alle migliaia di iscritti alla newsletter

E tu vuoi rimanere nella nebbia legale del digitale o vuoi avere la risposta al tuo problema legale, dubbio o questione?

Domani alle 14:00 tutti gli iscritti alla nostra newsletter avranno questa possibilità!!!
🎯 INTERROGATIVI SUL GDPR CHE MERITANO UNA RIFLESSIONE

Tag:
#GDPR

Un tema tanto comune quanto ormai venuto a noia è quello dell’iscrizione alla newsletter.

🤔 Come si gestisce l’iter e il form di iscrizione alla newsletter???

Mi potreste rispondere è semplice:

1️⃣ si chiedono nome/cognome, mail;
2️⃣ si richiede un consenso per l’iscrizione alla newsletter.

Si ok e poi?

E poi capita che qualcuno richieda il NUMERO DI TELEFONO!

La cosa interessante è che il numero di telefono è anche un dato richiesto OBBLIGATORIAMENTE nel form di iscrizione alla newsletter

Il mio umile parere personale è che questo trattamento non sia corretto perché:

1️⃣ la newsletter non ha nulla a che fare con il numero di cellulare, il dato trattato è e deve essere la mail
2️⃣ se voglio utilizzare un altro dato personale, come il numero di cellulare, posso parlare di WhatsApp Marketing, Sms marketing, ecc ma non lo chiedo per l’iscrizione alla newsletter.

La cosa che poi mi lascia un po’ interdetto è che il cliente che mi ha segnalato il fatto mi ha riportato che dopo l'iscrizione alla newsletter NON È SUCCESSO NIENTE:

1️⃣ Nessuna mail per la conferma dell’iscrizione con il double opt-in.
2️⃣ Nessuna ricezione di newsletter.
3️⃣ Ma soprattutto, che fine hanno fatto i suoi dati. L’iscrizione è andata a buon fine oppure no?

Per essere precisi, il cliente mi ha mostrato uno screenshot della thank you page successivo all’iscrizione della newsletter in cui si diceva che a breve avrebbe ricevuto una mail, ma di questa mail neanche l’ombra.

A dire il vero i tool hanno spesso bug, problemi di ogni tipo anche nel caso in cui siano stati settati correttamente, come sono certo, sarà successo in questo caso.

Tuttavia, rimane il grande dilemma.

🤔 Ma il numero di telefono può o meno essere richiesto come dato obbligatorio per l’iscrizione alla newsletter???

A quanto scritto anche da alcuni colleghi in un bellissimo libro in tema privacy la risposta è coerente con la mia: NO, IL NUMERO DI TELEFONO NON PUÒ ESSERE RICHIESTO OBBLIGATORIAMENTE PER L’ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER!

La cosa che mi perplime è che proprio uno degli autori del libro sia associato allo studio titolare del sito di cui il mio cliente mi ha riferito e di cui stiamo parlando in questo post.

Sono sicuro che questo sia stato un errore in buona fede e solo chi non fa non commette errori, noi di Legal for Digital siamo i primi a farne, quindi va sicuramente scusato senza dubbio alcuno.

😉 Tuttavia, a titolo personale penso che sia importante per chi si dichiara esperto di Gdpr cercare di essere sempre impeccabile dal punto di vista privacy.
QUINDI GA4 NON È LA SOLUZIONE DI TUTTO!?!

Tag: #GDPR

I punti che mi sembrano confermati dal Garante della Privacy durante gli interventi di questi giorni sono questi:

1) Accordo USA-UE che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane
2) I titolari del trattamento hanno avuto quasi 2 anni per trovare soluzioni al trasferimento dati fuori UE e quindi molto prima della questione GA e la maggior parte di essi non ha fatto nulla.
3) Il Garante non può dire se un tool è a norma o no altrimenti potrebbe influenzare il mercato
4) GA4 potrebbe non essere la soluzione, poiché il problema potrebbe essere Google che ha una serie di dati, al di là dell'IP, da poter utilizzare per identificare gli utenti ed io aggiungo: come succede con GA3 anonimizzato
5) Se non ci sarà un accordo a breve, arriverà uno TZUNAMI legale (queste sono parole mie) per tutti: non si parla solo di GA3, GA4, non solo di prodotti Google come Drive, Gsuite, Gmail, ecc ma di tutti i tool che trasferiscono dati fuori UE, ripetuto TUTTI!

La conseguenza di un mancato accordo sarebbe una scelta tra continuare a violare il Gdpr come stiamo facendo tutti da due anni utilizzando questi tool oppure di tornare a mettere i cartelloni pubblicitari per la strada e a usare il fax, perché il digital muore senza tool americani.

Noi di Legal For Digital abbiamo scelto di non sponsorizzare uno strumento piuttosto che un altro come corretto a livello privacy se non ne eravamo certi, non salire su un carro e poi a scendere velocemente nel momento in cui non è più vincente, essere completamente trasparenti e disinteressati nelle indicazioni legali! Questo è un nostro punto di forza da 4 anni e non cambieremo mai!

Già dal 27 giugno con una live con più di 300 iscritti, appena 3 giorni dopo il provvedimento del Garante, abbiamo dichiarato il nostro manifesto e l’abbiamo confermato 2 giorni dopo con la nostra Guida su GA e GDPR scaricata da più di 2000 persone.

Per noi l’unica scelta possibile da parte del titolare del trattamento è decidere se giocare la partita con strumenti come GA4 che non sono sicuri al 100% a livello privacy o passare a strumenti di aziende non americane con server in UE. Abbiamo indicato come il problema GA fosse solo la punta dell’iceberg di chi tratta dati personali con tutti i tool che trasferiscono dati fuori UE e che l’unica vera soluzione non fosse il setting “corretto” di un tool ma un accordo USA-UE.

Ecco che in quest’ottica le parole del Garante ci confermano che la via tracciata era quella giusta e sapere di aver consigliato bene i nostri clienti e tutti quelli che ci seguono sui social ci riempie di gioia. Diciamo che oltre alla gioia c’è la responsabilità di chi quando comunica online a decine di migliaia di persone sa che la propria parola ha un peso e non vuole lanciare il sasso ritraendo poi la mano.

Ultima riflessione della quale non mi posso vantare poiché nasce dai vari programmatori, titolari di agenzia, web master, data analysis e consulenti marketing più in generale con cui ho parlato in queste settimane:

Questo benedetto GA4 server side quanto costa???

1) organizzare GA4 server side ha sicuramente un costo
2) parliamo di costo che non tutti i clienti possono comprendere visto che comunque si sta parlando di un servizio che fino a qualche tempo fa era praticamente gratis con GA3
3) un costo che non è detto sia necessario visto l’evoluzione degli eventi
4) un costo che comunque oggi non mi garantisce di essere Gdpr compliant. Lo ribadisco: oggi non mi garantisce nulla!
5) un costo che in caso di accordo USA-UE potrebbe essere superfluo con un’ “ottima figura” nei confronti del cliente

Detto questo, come dice il Garante, sono i titolari del trattamento a dover prendere le scelte sul proprio business e loro è la responsabilità delle azioni compiute, e io aggiungo, dopo aver ascoltato i consigli legali giusti o meno…
🎯FIRMARE IL CONTRATTO NON È UN'OPZIONE

Tag:
#contratti

Perchè non sai mai come si comporta chi c’è dall’altra parte…

Ecco cosa è successo.

Un advertiser che si occupa di lead generation viene contattato da una grande azienda per una collaborazione. Questa azienda chiede una collaborazione senza un corrispettivo fisso, ma solo con pagamento a performance.

Il potenziale cliente propone allora il suo contratto. Questo contratto però viene mandato allo studio legale dell’advertiser per essere analizzato. Proprio per questo motivo i tempi si allungano un po’ e intanto l’azienda spinge per far iniziare l’attività.

📝 Così, senza che sia stato firmato il contratto, l’attività inizia.

Dopo un mese di lavoro l’advertiser, avendo anche ottenuto dei risultati ottimi, chiede all’azienda il pagamento delle provvigioni.

😰 L’azienda nega qualsiasi tipo di pagamento con una serie di scuse tra cui che queste campagne erano state precedentemente impostate dall’ufficio marketing e quindi l’attività dell’advertiser non era stata così determinante. Ma è evidente che quelle fossero scuse.

Conclusione?
Non avendo un contratto firmato e neanche uno scambio di mail, nelle quali ci fosse la prova dell’accettazione del pagamento a performance e l’indicazione della percentuale (che sarebbe dovuta essere del 5%), la parola dell’advertiser ha lo stesso valore di quella del responsabile d’azienda.

Così l’advertiser si è trovato a dover interrompere la collaborazione dopo aver lavorato un mese gratis e aver perso qualche migliaio di euro.

👉 Ecco che un contratto non firmato non vale assolutamente niente!
⛔️ FEDERICO LEVA È TORNATO

Tag: #legaltech

Cominciano ad arrivare le mail di risposta del famigerato Federico e sono praticamente tutte così!

I nostri clienti hanno chiesto maggiori informazioni tra cui l’ID per procedere alla cancellazione dei dati personali.

A parte gli “interessanti” consigli legali per poter approfondire la questione, e di questo lo ringraziamo, la cosa molto interessante è la frase sibillina a chiusura della mail.

“La presente non va intesa come un'accettazione da parte mia delle vostre rappresentazioni, né della necessità o sufficienza della vostra richiesta di ulteriori informazioni o della soluzione da voi proposta o adottata, diversa dalla completa rimozione di Google Analytics e di tutti i dati relativi. Mi riservo ogni ulteriore valutazione e iniziativa.”

Nello specifico:
1️⃣ Non si sta dichiarando soddisfatto di quanto da noi fatto, non accettando il nostro operato
2️⃣ Pur avendoci fornito ulteriori informazioni non ne approva la richiesta
3️⃣ Sopratutto si riserva di agire (senza definirne le modalità)
4️⃣ Per lui l’unica strada percorribile è la rimozione di Google Analytics (non specificando se GA3 o GA4)

➡️ Cosa può succedere?
Che Federico effettui una segnalazione al Garante della Privacy. È suo diritto in quando soggetto interessato dal trattamento dati personali da noi effettuato con il nostro sito.

➡️ Cosa rischiamo?
Dipende, poiché se abbiamo provveduto alla corretta cancellazione dei dati e abbiamo registrato correttamente la sua richiesta nel registro delle richieste dell’interessato dovremmo essere a posto.
Perché uso il condizionale?
Semplice, se non abbiamo fatto nulla per adeguare il nostro business offline al Gdpr la segnalazione di Federico potrebbe essere un piede di porco per far attenzionare la nostra azienda a chi di dovere.

➡️ Quindi?
Dopo le ferie fai un check up del tuo adeguamento privacy online e offline e blinda il tuo business dai possibili controlli. Imprenditore avvisato mezzo salvato! Un Check Up Privacy con noi costa appena 297 euro e ti da subito lo stato di salute della tua privacy. Una sanzione ti costa qualche centinai di volte di più 😏

Un regalo per te!
Se stai pensando a farti fare un check up legale del tuo business, ecco a te la leva che ti serviva per deciderti: mandaci una mail a studio@legalfordigital.it entro sabato 6 con scritto Check Up Privacy e potrai avere il servizio a soli 197 euro con consulenza già fissabile dal 22 agosto in poi. Più di così non si poteva fare per salvarvi dal Gdpr 😎

P.s.: noi di Legal For Digital da venerdì siamo in ferie per 2 settimane, quindi Federico moh basta eh!
🎯SEI UN GRAFICO?

Tag:
#contratti

Oggi ti porto un case study davvero molto particolare gestito dal nostro studio.

Un grafico lavora come libero professionista in partita IVA, inizia una collaborazione di qualche mese con un’azienda. Passati questi mesi l’azienda gli propone un contratto determinato, a cui segue un rinnovo sempre a tempo determinato.

📝 Il grafico si aspettava l’assunzione a tempo indeterminato, com’era definito negli accordi originari.

Ma questo non è arrivato. Vuoi per la pandemia in sé e per le conseguenze che ha avuto all’interno della nicchia di mercato dell’azienda, ma non c’è stata alcuna conversione da determinato a indeterminato.

In altre parole: il grafico dall’oggi al domani si è trovato senza lavoro.

💁‍♂️Ma vediamo la questione nel dettaglio:

durante la prima collaborazione, quando ancora il grafico era a partita IVA, sono stati realizzati template per i social, mockup del sito e grafiche per gli eventi. È stato fatto un enorme lavoro, anche organizzativo, per la realizzazione di queste grafiche.

Le stesse grafiche, nel periodo di collaborazione del grafico in azienda, sono state utilizzate e modificate. Ma le opere erano sempre quelle originali.

🤔Non essendo finita bene la collaborazione il grafico è venuto da noi chiedendo se poteva fare qualcosa a riguardo.

Qualcosa si poteva fare: alla base della collaborazione iniziale, tra professionista e azienda, non c’era un contratto. Senza contratto si presume che la proprietà intellettuale delle opere realizzate rimanga al professionista, diritti di sfruttamento compresi.

🔺Al contrario, se le opere fossero state realizzate nel periodo in cui il grafico era dipendente, la proprietà sarebbe stata dell’azienda.

Per cui l’azienda ha dovuto dare più di 8 mila euro al grafico.

👉Quindi ecco che a volte un contratto che regoli la proprietà intellettuale ti costa molto molto meno.

Candidati in academy per non perderti nemmeno un contenuto!
🎯HO DEI CONTATTI SU WHATSAPP. LI USO?

Tag:
#GDPR

Un’azienda, nostra cliente che lavora in ambito B2B, ha raccolto, tramite gli agenti, i numeri di telefono dei propri rivenditori, che contattano spesso tramite WhatsApp.

Questa azienda ha un target specifico composto da piccoli rivenditori, che nella maggior parte dei casi non ha un numero di telefono aziendale.

⚖️ Se i numeri di telefono che hai raccolto sono numeri personali devi applicare i principi stabiliti dal GDPR.

Adesso l’azienda nostra cliente ha interesse a sfruttare questi numeri a fini marketing. Questa è la ragione per cui ci ha contattato.

Infatti da un sondaggio è emerso che il suo target di rivenditori non è molto attivo nell’apertura delle newsletter. Ed ecco perché proprio la comunicazione su WhatsApp, al contrario delle newsletter, potrebbe avere successo.

🤔 Non è possibile sfruttare questi numeri di telefono personali a fini marketing?

Non è così impossibile: ecco la legal strategy da applicare per creare e utilizzare liste broadcast

1️⃣ È necessario raccogliere un consenso corretto per l’utilizzo di quei dati/numeri di telefono. Gli agenti che hanno raccolto questi numeri possono anche avere una comunicazione diretta e continua con i rivenditori. Ma se l’azienda non ha raccolto il consenso specifico non è autorizzata a creare una lista broadcast.

2️⃣ Altro elemento importante è quello legato all’utilizzo della lista broadcast una volta che è stata creata. Per poter comunicare via WhatsApp, attraverso una lista broadcast, non è sufficiente avere un numero di telefono. È necessario che l’utente abbia salvato il numero di telefono dal quale riceve le comunicazioni quindi l’azienda. Essendo i rivenditori in contatto con gli agenti, il numero dell’azienda probabilmente non lo hanno salvato.

🧐 Come mettere in atto tutto questo?

La prima cosa che gli agenti devono fare è mandare un messaggio ai venditori, con un link che rimanda ad una landing, in cui i rivenditori/interessati al trattamento dovranno inserire il loro numero di telefono e i dati relativi alla loro azienda.

Ma non finisce qui.

In questa stessa landing deve essere scritto, in modo chiaro, che il numero di telefono dell’azienda deve essere salvato per poter ricevere comunicazioni da parte della stessa. Inoltre bisogna specificare che dalla data in cui inseriscono questi dati, se i rivenditori sono interessati a questo tipo di comunicazione, saranno inseriti in una lista broadcast.

👇 Anche tu vorresti utilizzare i contatti di potenziali clienti su WhatsApp?
🎯GOOGLE FORMS E TRATTAMENTO DATI

Tag:
#GDPR

Google Forms è lo strumento adatto per raccogliere dati personali?

👉 Google Forms si può utilizzare per diversi fini: fare delle survey, raccogliere candidature e raccogliere informazioni dagli iscritti alla newsletter. In più, permette di modificare le domande in qualsiasi modo, e di conseguenza si può fare di tutto.

Il problema è il consenso al trattamento dei dati: Google Forms di per sé non fornisce uno strumento per salvare il consenso. Ci sono due alternative:

1️⃣ Avere un espresso consenso raccolto con uno strumento esterno. Bisogna però considerare che questo tipo di trafila rende tutto abbastanza complesso.

2️⃣ Usare lo strumento stesso per la raccolta di un consenso. Tramite una casella di controllo con accettazione obbligatoria, si può richiedere di acconsentire al trattamento dei dati personali. La casella di controllo sarà un’azione affermativa del tipo "sì, acconsento al trattamento dei miei dati personali”.

Senza consenso non stai rispettando il Gdpr!

🔺Ma non finisce qui. Essendo Google Forms uno strumento esterno, ne va previsto l’utilizzo all’interno della privacy policy, fra gli strumenti utilizzati dal sito web o dall’azienda in ambito raccolta dati in digitale.

👉Candidati in Academy per far fare un salto di qualità al tuo business.
Link qui sotto⬇️
🎯GOOGLE MODULI E GESTIONE DEI CONSENSI PRIVACY

Tag:
#GDPR

Google Moduli è un ottimo strumento e, tralasciando la questione trasferimento dati all'estero, può raccogliere una serie infinita di dati personali.

Se non si decide di utilizzarlo in modalità "anonima", sicuramente nome, cognome, mail, magari numero di telefono vengono raccolti con la semplice compilazione del modulo.

🧐Ma il consenso alla raccolta dati???

La semplice compilazione del modulo è sufficiente a garantire un "consenso implicito"?

Assolutamente no!

Perché se ci ricordiamo i pilastri del consenso, serve un consenso con un'azione affermativa, informato e registrato.

➡️ Quindi ecco cosa devi fare in pratica:

1) Impostare una casella di controllo, magari alla fine del modulo, con la quale chiedere il consenso al trattamento dei dati personali

2) La frase potrebbe essere qualcosa del tipo: "Acconsento al trattamento dei miei dati personali e dichiaro di aver preso visione della privacy policy." E poi va inserito il link della stessa.

3) La casella di controllo deve essere settata come obbligatoria, perché senza quel consenso non possiamo trattare legalmente quei dati personali

4) Integrare la Privacy Policy del tuo sito con lo strumento Google Moduli e controllare che le finalità e le tempistiche del trattamento siano in linea con il fine dell'utilizzo di Google Moduli.

5) Potete anche valutare una seconda Casella di controllo, ma in questo caso non obbligatoria, per raccogliere il consenso per attività di marketing/newsletter

Spero via sia utile 🙂

Vuoi innalzare le tue competenze? Candidati in Academy al link qui sotto!
🎯HAI SENTITO BENE

Tag: #legaltech

Il 23 esce una newsletter speciale.

A differenza di tutti i contenuti che facciamo uscire mensilmente, questa volta abbiamo deciso di farti un regalo.

Anzi ben due: due formazioni di Legal For Digital Academy.
📌“Elementi necessari per avere un sito a norma di legge”. Formazione a cura di Camilla Basilico, privacy specialist del nostro studio. Scaricabile e disponibile direttamente nella newsletter.
📌“Q&A a tema Legal Tech” che si terrà mercoledì prossimo, 28 settembre. Risposte a domande poste da chi, proprio come te, vuole conoscere meglio la materia e avere una marcia in più nel proprio business. L’Avv. Vercellotti sarà disponibile per rispondere a tutte le tue domande, approfittane!

Questo accesso in esclusiva è riservato a tutti gli iscritti alla newsletter.

Perciò le cose sono due:
1️⃣ Sei già iscritto alla nostra newsletter e ricevi già contenuti in esclusiva come: guide, check list legali e l’accesso gratuito a formazioni a pagamento
2️⃣Stai cliccando sul link qui sotto e ti stai iscrivendo alla newsletter prima che sia troppo tardi!
🎯LA PRESENZA DI MINORI NELLE FORMAZIONI FA LA DIFFERENZA?

Tag:
#legaltech

Ripeto prima di tutto un concetto di cui ti ho già parlato: se si vogliono realizzare foto e\o video promozionali in cui i volti dei partecipanti alla formazione sono riconoscibili, è necessario far firmare ai partecipanti stessi una liberatoria.

Questo tipo di liberatoria deve essere firmata anche in caso di soggetti minorenni che partecipano alla formazione. In questo caso, la firma di questo documento non deve essere da parte del minorenne ma da parte del genitore o dei genitori.

Andiamo a vedere perché parliamo al singolare o al plurale.

Secondo la dottrina giuridica è sufficiente la firma e quindi il consenso di uno dei genitori che esercita la responsabilità genitoriale (la vecchia potestà genitoriale)

Invece, per la dottrina più stringente è necessario il consenso di entrambi i genitori che esercitino questa potestà. La situazione si risolve con facilità nel caso in cui un solo genitore ha la potestà.

Ma nel caso in cui la responsabilità genitoriale è di entrambi i genitori la situazione è più complessa. Anche se il caso non è identico, ci sono state sentenze che hanno imposto di rimuovere le foto del minore dai social, pubblicate da un genitore senza il consenso dell’altro. Sicuramente la liberatoria non può essere data da nonni, zii, cugini e soggetti che hanno un legale di sangue, ma non la potestà genitoriale.

Cosa fare quando non è disponibile il soggetto che può dare correttamente il consenso per il minore? La soluzione migliore è andare a oscurare il volto del minore, così da evitare qualsiasi problema legale.

Soluzioni “pesanti” ma legali.

Candidati in academy per scoprire di più!
🎯NOVITÀ GOOGLE ANALYTICS

Tag: #GDPR

Il Garante danese ha pubblicato delle Faq sull’utilizzo di Google Analytics e nel video vi spiego passo passo cosa ha previsto a cosa fare attenzione.

Sempre di oggi la notizia dell’accordo tra USA e UE sul trasferimento dati fuori Europa. Si parla di marzo 2023.
🎯C2022:

Tag:
#legaltech

Nuove idee e nuovi punti di vista per far fare un salto di qualità al tuo business.

Tanta condivisione durante il primo grande evento online di Learnn, che vuole supportare professionisti, professioniste e realtà italiane.

📆Giovedì 6 ottobre alle ore 14.00 potrai assistere al mio intervento live Q&A. Insieme a Massimiliano Allievi andremo a rispondere a tutte le vostre domande, dandovi un doppio punto di vista: legale e fiscale.

Iscriviti al link qui sotto per partecipare e non perdere l'occasione.

Io ti aspetto!
🎯 L’accordo privacy è arrivato!?!

Tag: #GDPR

In pratica un doppio passaggio per l’accesso dati da autorità americane:
- prima la richiesta del funzionario USA
- dopo un tribunale internazionale che autorizza l’accesso al dato

➡️ Per ora nulla di fatto in concreto!!!

Finché l’UE non dice si, nulla di certo, nessun accordo, quindi calma…

State attenti alle fake news che vedrete in giro da adesso in poi, qualsiasi info in più oggi sarebbe superflua e scorretta!!!

P.s.: Nel mentre nel nostro studio stiamo facendo una formazione privacy in presenza per gli iscritti alla nostra Academy. Direi che tutto cade proprio a fagiolo 😂
🎯INTERVISTA EDREAMS

Tag:
#legaltech

🤔Quante ne sai sugli aspetti legali dei dark pattern e policy?

Abbiamo fatto una video intervista con Andrea Boasi e Matteo Tibolla e abbiamo parlato del case study di eDreams.

👇Se vuoi saperne di più visita il nostro canale YouTube.
ACCORDO USA-UE WEBINAR SPECIALE

Tag:
#GDPR

😲 È di venerdì la notizia della firma da parte di Biden dell'ordine esecutivo per il trattamento dei dati personali dei cittadini UE.

Qualche giorno fa il Garante Danese ha pubblicato delle FAQ su GA.

Novità anche per quanto riguarda le dichiarazioni di Noyb e del Garante Italiano.

Quindi oggi alle 14:00 io e Camilla Basilico, privacy expert di Legal for Digital saremo in live per raccontarvi lo stato delle cose, cosa aspettarci, come muoverci e risponderemo a tutte le vostre domande.

Vi aspettiamo!!

👇Qui sotto troverete il link per collegarvi direttamente alla live.