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📊 La piattaforma Kantar ha tenuto una ricerca sull’utilizzo dei media durante la pandemia causata dal COVID-19, basata sui report di 25.000 utenti in 30 Paesi del mondo. L’uso dei social media è cresciuto del +61%, dato superato tuttavia dalla televisione (+63%) e dalla navigazione sul web (+70%). Si rallegra WhatsApp, che ha visto l’utilizzo da parte dei suoi utenti aumentare del +40% (con picchi del +76%, come avvenuto in Spagna); la ricerca segnala infatti una diretta correlazione tra l’espandersi della pandemia all’interno di un Paese e l’aumento dell’uso di WhatsApp da parte dei suoi abitanti. Non sembra però che i social siano utilizzati per l’informazione: solo l’11% degli intervistati li considera una fonte affidabile, mentre il 52% preferisce affidarsi ai media tradizionali.

🇸🇦 Vi ricordate della vulnerabilità SS7, che si guadagnò qualche anno fa gli onori della cronaca perché metteva in crisi i sistemi di autenticazione a WhatsApp e Telegram? Se avete sottovalutato la minaccia perché di scarsa applicazione, dovrete ricredervi leggendo questo report del Guardian, che vede ancora una volta il governo dell’Arabia Saudita al centro di segrete attività di monitoraggio. Dopo aver hackerato il telefono del proprietario di Amazon, il governo saudita è stato accusato di essersi servito della vulnerabilità SS7 per controllare le attività dei propri cittadini residenti in Paesi occidentali, spiando le loro telefonate ed i messaggi di testo ricevuti con oltre 2,7 milioni di attività di questo genere al mese. Il governo saudita intendeva così verificare che la fedeltà dei propri cittadini non deviasse dalla linea ufficiale, nonostante la permanenza all’estero.

🇮🇹 L’intensa attività sul Web causerà il blocco delle reti in Italia per preservarle dal collasso? No, è una bufala: il ministero per lo Sviluppo e l’Innovazione ha diramato una nota nella quale si smentisce questa fake-news, a quanto pare molto diffusa sui social network e attribuita al ministero.

Tag: #Facebook, #WhatsApp, #Statistiche, #Coronavirus, #SocialNetwork, #Media, #ArabiaSaudita, #Privacy, #FakeNews.

💬 Come scrivo un commento?
📊 Oggi citeremo alcuni dei dati più interessanti a livello globale, mentre nei prossimi giorni ci occuperemo più specificatamente dell’Italia e del rapporto degli italiani della tecnologia. Secondo dunque We Are Social:
📱 a causa della pandemia, è aumentato (e di molto) l’uso di smartphone (+70%), tablet (+23%) nonché di smart speaker (+14%) e di smartwatch (+9,1%);
📈 sempre a causa del COVID-19, sono cresciuti i tempi di utilizzo di servizi di streaming video (+54%) e audio (+34%), nonché di social media (+43%) e di app di chat (+42%), e in parte anche di ascolto di podcast (+15%);
🌐 il 50,1% delle persone nel mondo usa gli smartphone per navigare su Internet. Il browser più diffuso è Chrome (65,5%, +2,8% dal 2019), seguito da Safari (17%, +12%), Firefox (4,3%, -8,4%) e Samsung Internet (3,3%, -7,1%);
🔎 la velocità media di connessione da mobile è di 34,4Mbps (in Italia è di 40Mbps). Le attività più diffuse online sono la visualizzazione di video (90%) e vlog (52%), nonché l’ascolto di musica via streaming (72%), di radio (48%) e di podcast (42%);
🗞 l’82% delle persone legge news online (74% in Italia), e il 55% anche da social media (50% in Italia), specie se più giovani (tra i 13 ed i 35 anni si supera il 60%). Facebook (46%) è il social più usato per reperire notizie, seguito da YouTube (27%), WhatsApp (20%) e Instagram (13%);
🔔 una persona spende mediamente più di due ore di tempo sui social media; i più diffusi sono Facebook (con 2,6 miliardi di utenti), YouTube (2 miliardi), Instagram (1 miliardo) e TikTok (800 milioni);
💭 le app di chat più diffuse sono invece WhatsApp (app di chat più usata in 138 Paesi), Messenger (74 Paesi) e Viber (7 Paesi). Telegram non è considerato da questi rilevamenti, tuttavia il suo client alternativo Plus Messenger è il più usato in Uzbekistan.

🇨🇳 La Cina sarebbe pronta ad attuare delle ritorsioni contro i produttori di materiali ed infrastrutture tecnologiche stranieri qualora gli Stati europei proseguissero con la loro linea di opposizione ad Huawei. La notizia, non ufficialmente confermata, è stata diffusa in giornata dal Wall Street Journal e specifica che il Ministero del commercio cinese sarebbe pronto ad imporre delle limitazioni alle esportazioni di prodotti realizzati in Cina da parte delle aziende Nokia e Ericsson (rispettivamente, svedese e finlandese), qualora altri Stati europei seguissero l’esempio del Regno Unito (che eliminerà le apparecchiature Huawei dalle proprie infrastrutture entro il 2027).

🚚 Si prevede un Prime Day vagabondo” quest’anno: Amazon ha infatti annunciato la data di lancio della sua annuale festività commerciale, che cadrà tra il 6 e il 7 agosto in India; viste però le condizioni di eccezionalità dovute alla pandemia, la data del Prime Day varierà e si sposterà di Paese in Paese nel corso della seconda metà del 2020.

Tag: #WeAreSocial, #Statistiche, #SocialMedia, #SocialNetwork, #ChatApp, #Facebook, #Podcast, #WhatsApp, #Messenger, #Smartphone, #SmartSpeaker, #Smartwatch, #Media, #Cina, #Huawei, #Amazon, #PrimeDay.

💬 Come scrivo un commento?
🇦🇺 Google si è infatti rivolto agli utenti e ai piccoli creatori di contenuti residenti in Australia, invitandoli a protestare contro la legge che il governo, in collaborazione con l’autorità antitrust del Paese (Australia’s Competition and Consumer Commission, nota anche come ACCC), intende lanciare per costringere Google a pagare una quota alle società editrici locali. Secondo Google, la legge garantirebbe dei vantaggi competitivi ingiusti ai media tradizionali a danno dei nuovi creatori di contenuti: permetterebbe loro di conoscere più nel dettaglio il funzionamento degli algoritmi di Google e YouTube, e metterebbe a rischio l’usufruizione di YouTube in quanto servizio gratuito. Inoltre, Google sostiene di “pagare già milioni di dollari [ai siti d’informazione] e di inviare loro milioni di click gratuiti ogni anno”. Secondo la ACCC, le accuse di Google contengono molta “disinformazione”.

🇮🇳 Notizie peggiori provengono dall’India: un report del Wall Street Journal segnala che Facebook avrebbe volutamente tollerato violazioni dei termini di servizio del social network da parte di membri del partito di governo indiano per evitare ripercussioni sulle proprie attività. Il responsabile di questa strategia di “apeasement” sarebbe il manager deputato alla gestione della policy del social in India, Ankhi Das; egli avrebbe invitato i moderatori di Facebook India a non intervenire nei confronti di post dai contenuti intolleranti e/o razzisti espressi da uno dei leader del partito di governo, il Partito del Popolo Indiano (BJP). Inoltre avrebbe anche evitato di rendere pubblica l’azione di moderazione contro alcune pagine gestite sempre dal BJP. Non è dato sapere se si sia trattata di un’iniziativa autonoma o corrispondente ad una direttiva generale.

👀 Addio TikTok, benvenuto Triller? Con il social network in vendita e il suo futuro a rischio anche negli USA, il presidente Donald Trump sembra non aver perso tempo: il candidato del Partito Repubblicano alle prossime presidenziali ha infatti aperto un account nell’app-clone di TikTok, chiamata Triller (di rigorosa origine nordamericana), macinando già oltre un milione di visualizzazioni ai suoi tre video (nonostante l’account possieda solo 5.000 follower).

Tag: #Google, #Australia, #Media, #Facebook, #India, #DonaldTrump, #Triller, #TrumpVsTikTok.

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